di Anubi D'Avossa Lussurgiu
Il decreto e le norme annunciate dal governo nel disegno di legge sulla "sicurezza" in materia di immigrazione, pur emanato ieri dal presidente della Repubblica, suscitano rivolte. Non quella delle e dei migranti che se la vedono intanto con la paura, a rischio di diventare l'unico canale di relazione con questa società. Sono, invece, rivolte che dovrebbero interessare chi ha tanto blandito in campagna elettorale la «società civile». Chi vi ha inscritto anche antichi, secolari poteri del nostro "spirito nazionale".
C'è stata infatti, dapprima, una rivolta della stessa Chiesa cattolica italiana: che, per quanta siderale distanza ce ne separi sul terreno delle scelte di fondo di questo papato, qualcosa rappresenta, anche nei riguardi delle comunità migranti. Tant'è, persino Giovanardi che dall'Udc è trasmigrato nel Pdl ed è addirittura sottosegretario alla presidenza del Consiglio, ne risente e boccia almeno l'introducendo reato di clandestinità come «dannoso e ingestibile».
C'è soprattutto una rivolta generalizzata di tutte e tutti coloro che coi migranti, socialmente e solidalmente, ci lavorano. Quelle e quelli che, spesso, sostituiscono lo Stato medesimo nell'erogazione di servizi, che pure non gli competerebbero. Si tratta, ad esempio, delle organizzazioni non governative - ma delle quali tutti i governi si sono avvalsi - che hanno preso parola ieri: Medici senza Frontiere, Emergency, ActionAid, Soleterre. Solo alcune, già diverse tra loro, delle organizzazioni e reti - tante altre ve ne sono, anche più informali e più "complici" della condizione migrante - che sono "sul campo".
Sono in rivolta non solo contro l'ipotesi di reato di clandestinità, però. Ancor prima contro il«trattenimento» prolungato nei Cpt, contro la natura detentiva di questi, definitivamente scoperta, contro l'affidamento a procedure amministrative della detenzione come dell'espulsione.
Sono in polemica ora e lo erano a suo tempo sulle misure annunciate del cosiddetto «pacchetto Amato». Esattamente come l'Alto commissariato Onu per i rifugiati.
Non si tratta solo, come si vede, di burocratismi comunitari. Si tratta delle voci della solidarietà contro la decisione politica. E dunque, non dovrebbe farsene forte un'opposizione, per l'appunto politica? Democratica, per di più?
Eppure, l'opposizione "rappresentata" non solo non dà segni di vita: dà il segno del consenso. E il Partito democratico trascina con sé l'alleata Italia dei Valori. Su un tema che definisce proprio latitudine e futuro della democrazia, rispetto alla storia, a come va il mondo.
Ecco come parla Walter Veltroni: «Molte delle norme annunciate dal governo sono prese dalle proposte fatte dal ministro Amato e per questo non potranno che avere il nostro consenso». Il reato di clandestinità no, aggiunge. Ma poi chiosa: «Vedo poi che la pena è derubricata all'espulsione, la stessa cosa che proponeva Amato e non si capisce quindi perché non sia stata adottata la sua proposta».
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Liberazione 24/05/2008
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