La paura non abita a Chiaiano. Il presidio resta

di Checchino Antonini - inviato di Liberazione a Napoli

«Demenziale e criminale» voler aprire una discarica qui. Vedo un popolo deciso, non vedo infiltrazioni camorristiche. Se credo nel Dio della vita devo essere contro atti di morte, qui c'è già lo stesso livello di tumori del Nordest ma non le stesse fabbriche». Alex Zanotelli, il comboniano, marciava mescolato, domenica, ai diecimila, almeno, che non hanno avuto paura a tornare a marciare da Chiaiano a Marano (il cui vicesindaco, Massimo Nuvoletti del Prc, conferma: «La partecipazione è cresciuta notevolmente»), dopo le minacce di Berlusconi e il clima intimidatorio alimentato dalle soffiate del Viminale che gestisce direttamente l'ordine pubblico a Chiaiano, a pochi giorni dall'ingresso del Genio militare nei Cdr e con un dispiego di forze senza precedenti. Perfino la guardia forestale ha dovuto chiudere alcune caserme, ed è stata dirottata su un corso di sei giorni di ordine pubblico. E ci sarebbe un record di assenze per malattia tra il personale "indigeno" dei professionisti di Puglisi, il questore che s'è complimentato per la professionalità dei suoi dopo la mattanza di donne e bambini della scorsa settimana. Le male-lingue giurano si tratti di padri di famiglia che non se la sentono di strapazzare una popolazione che cerca di difendere l'unico polmone verde di Napoli (incastonato tra ospedali e quartieri densamente abitati nel Parco delle colline di Napoli) dal sistema commissariale della gestione dei rifiuti.

Una militarizzazione che non sembra dare fastidio alle cosche a giudicare dalla facilità con cui poco prima del corteo i casalesi hanno fatto fuori un pentito a pochi chilometri da Chiaiano. Anche la superprocura, che azzererà tutte le inchieste, sembra non dare fastidio alle famiglie. Dietro uno striscione di solidarietà ai magistrati che rischiano di venire esautorati, Elda e Paola, del coordinamento flegreo,hanno spiegato come il «decreto di Berlusconi serva a legalizzare il sistema scoperchiato dall'inchiesta "Rompiballe". L'articolo 9, infatti, consente di smaltire rifiuti tossici e pericolosi, a Serre già avviene. Bertolaso vuole bruciare le 8 milioni di finte ecoballe non gliene importa di smaltire la spazzatura». Per nulla retorica, dunque, la domanda al microfono del camion in testa al corteo: «Delinquente a chi? Chi difende la terra o chi l'avvelena?». Lontano, appena visibile, qualcuno salutava da un terzo piano di Via Chiaiano. Potrebbero Francesco e Pasquale, padre e figlio, ancora ai domiciliari dopo l'arresto di sabato 24 maggio durante le cariche (un terzo è un attivista napoletano dei centri sociali). Le intercettazioni pubblicate sono eloquenti, così come i dubbi dell'Ue sulle deroghe a tutte le norme ambientali, e gli interventi che si succedono lo sono rispetto al grado di consapevolezza del popolo antidiscarica sul furto di democrazia, sulle mistificazioni della stampa, sulla necessità di un modello alternativo di smaltimento dei rifiuti basato su differenziata e riciclaggio, anche a valle, come avviene in Germania con le ecoballe campane. Contro i quattro inceneritori e la militarizzazione del territorio si pronuncerà anche il responsabile nazionale Prc per le vertenze territoriali, Walter Mancini.

Inutile dire che di black bloc o di facinorosi armati di cerbottane capaci di sparare biglie di acciaio, che sarebbero dovuti arrivare, non se n'è vista l'ombra. Quello che invece s'è visto è stato un bel corteo, determinatissimo e pacifico, capace di trascinarsi buona parte delle ali di folla che l'attendevano sui marciapiedi della provinciale e di far scendere la gente dalle case, capace di coinvolgere la città (dai centri sociali ai comitati di Campagna, Giugliano, Rione Sanità, Centro storico, area vesuviana, Campi Flegrei Legambiente di Scampia, Napoli Est, pezzi di sindacalismo di base, operai della Fiat di Pomigliano, Rete campana Salute e ambiente, quasi tutte le sigle di disoccupati, Attac, Sinistra critica, Donne in nero ecc...), di iniziare un lavoro di connessione troppo spesso solo evocato. Il mutuo soccorso comincia a prendere corpo anche perché è chiaro a tutti il carattere di prova generale dell'approccio berlusconiano. «Se passano qui porteranno la militarizzazione anche da noi», ha detto Luca Casarini, in settima fila nello spezzone di No Dal Molin, No Mose e centri sociali di Roma e del Nordest. Striscioni anche di comitati no war, della Rete Disarmiamoli e delegazioni No Tav valsusine e No Inceneritore da Albano. «Berlusconi non è riuscito a introdurre elementi di paura e questa battaglia sta uscendo da una dimensione localistica», ha confermato Peppe De Cristofaro, segretario regionale del Prc, partito che ha aderito ma senza insegne, rispettoso dell'autonomia del movimento. «Il grande problema è l'accordo tra Berlusconi, Bassolino e Iervolino (gettonatissimi negli slogan, ndr) a segnare il fallimento del rapporto tra politica e cittadinanza», ha detto anche Giovanni Russo Spena, ex capogruppo in Senato di Rifondazione.
Il giorno dopo, alla Rotonda di Chiaiano, è di nuovo assemblea, oggi ci sarà un incontro con il sottosegretario ai rifiuti Bertolaso. Si aspetta l'esito dei carotaggi e il presidio resta, mescolato alle bancarelle della sagra della ciliegia, almeno fino al 20 giugno.

Liberazione 03/06/2008