Guantanamo, l'ordine del Pentagono: distruggere le prove degli interrogatori

10.06.2008 14:48

di Red. es.

su Liberazione del 10/06/2008

I responsabili degli interrogatori nel carcere di Guantanamo hanno l'ordine di distruggere gli appunti scritti a mano qualora siano chiamati a testimoniare sul trattamento dei detenuti.
Le istruzioni sono contenute in un manuale operativo del Pentagono, ha denunciato l'ufficiale di Marina Bill Kuebler, difensore di uno dei più famosi detenuti di Guantanamo, Omar Khadr, il pakistano-canadese accusato di aver ucciso un militare americano in Afghanistan nel 2002, quando aveva solo quindici anni.
Secondo Kuebler l'ordine di distruggere gli appunti scritti a mano era contenuto nel Sop (Standard Operating Procedures), il fascicolo fornito dal Pentagono ai carcerieri di Guantanamo.
Se questa informazione si rivelasse alla fine esatta e fosse confermata, potrebbe imporre un riesame del caso di Omar Khadr e di molti altri detenuti di Guantanamo.
Secondo il difensore di Khadr, infatti, «la sistematica distruzione dei verbali di interrogatori trascritti a mano dimostra che il governo americano ha intenzionalmente privato la difesa di prove cruciali nella ricostruzione del caso Khadr».
Omar Khadr aveva quindici anni quando nel 2002 fu ferito e catturato dall'esercito americano nel nord dell'Afghanistan.
Dopo essere stato accusato di far parte di una cellula operativa di Al-Qaeda gli fu attribuito l'omicidio di un militare americano e il ferimento di un altro. Dapprima fu rinchiuso fu nella base militare di Bagram dove fu sottoposto a una prima lunga serie di interrogatori per poi essere trasferito nel carcere di Guantanamo.
Da allora Omar Khadr, che ora ha ventun'anni, aspetta una sentenza che nel peggiore dei casi lo vedrà condannato al carcere a vita. Due settimane fa il caso Khadr si era complicato quando la Corte suprema del Canada aveva accertato una violazione della Carta dei Diritti e delle Libertà da parte di due agenti segreti canadesi che avevano fornito agli Stati Uniti le registrazioni delle interrogatori a cui era stato sottoposto Khadr un anno dopo la sua cattura a Bagram.
Gli sviluppi del caso Khadr saranno probabilmente rilevanti quando a fine mese la Corte Suprema americana dovrà accertare il reale rispetto dei diritti dei prigionieri detenuti a Guantanamo e la legittimità delle Commissioni militari che compongono le giurie del carcere dei talebani.
In America è sempre aperto il dibattito sulla legittimità di Guantanamo. La settimana scorsa il segretario di Stato Usa, Condoleezza Rice, si è detta fortemente contraria alla risoluzione proposta dall'Islanda in cui vengono denunciati gli abusi dei diritti umani all'interno della base detentiva di Guantanamo e ne viene chiesta la chiusura. Per Rice non vi è nulla da eccepire su Guantanamo: «Mi oppongo con forza all'idea che a Guantanamo vi siano violazioni dei diritti umani, come viene suggerito nella risoluzione», ha dichiarato la Rice in occasione di una conferenza stampa congiunta con la sua omologa islandese Ingibjoerg Solrun Gisladottir. La risoluzione «condanna i trattamenti disumani dei prigionieri nel campo di detenzione americana e chiede che il penitenziario venga chiusa», si leggeva nel testo diffuso dal ministero degli Esteri islandese. «Guantanamo è un posto che lo stesso presidente ha detto di voler chiudere», ma il problema rimane cosa dovrà essere fatto per i «prigionieri pericolosi», ha aggiunto il capo della diplomazia americana.
Al momento sono reclusi a Guantanamo 270 persone sospettate dagli Stati Uniti di avere dei legami con il terrorismo.

di Red. es.

su Liberazione del 10/06/2008

I responsabili degli interrogatori nel carcere di Guantanamo hanno l'ordine di distruggere gli appunti scritti a mano qualora siano chiamati a testimoniare sul trattamento dei detenuti.
Le istruzioni sono contenute in un manuale operativo del Pentagono, ha denunciato l'ufficiale di Marina Bill Kuebler, difensore di uno dei più famosi detenuti di Guantanamo, Omar Khadr, il pakistano-canadese accusato di aver ucciso un militare americano in Afghanistan nel 2002, quando aveva solo quindici anni.
Secondo Kuebler l'ordine di distruggere gli appunti scritti a mano era contenuto nel Sop (Standard Operating Procedures), il fascicolo fornito dal Pentagono ai carcerieri di Guantanamo.
Se questa informazione si rivelasse alla fine esatta e fosse confermata, potrebbe imporre un riesame del caso di Omar Khadr e di molti altri detenuti di Guantanamo.
Secondo il difensore di Khadr, infatti, «la sistematica distruzione dei verbali di interrogatori trascritti a mano dimostra che il governo americano ha intenzionalmente privato la difesa di prove cruciali nella ricostruzione del caso Khadr».
Omar Khadr aveva quindici anni quando nel 2002 fu ferito e catturato dall'esercito americano nel nord dell'Afghanistan.
Dopo essere stato accusato di far parte di una cellula operativa di Al-Qaeda gli fu attribuito l'omicidio di un militare americano e il ferimento di un altro. Dapprima fu rinchiuso fu nella base militare di Bagram dove fu sottoposto a una prima lunga serie di interrogatori per poi essere trasferito nel carcere di Guantanamo.
Da allora Omar Khadr, che ora ha ventun'anni, aspetta una sentenza che nel peggiore dei casi lo vedrà condannato al carcere a vita. Due settimane fa il caso Khadr si era complicato quando la Corte suprema del Canada aveva accertato una violazione della Carta dei Diritti e delle Libertà da parte di due agenti segreti canadesi che avevano fornito agli Stati Uniti le registrazioni delle interrogatori a cui era stato sottoposto Khadr un anno dopo la sua cattura a Bagram.
Gli sviluppi del caso Khadr saranno probabilmente rilevanti quando a fine mese la Corte Suprema americana dovrà accertare il reale rispetto dei diritti dei prigionieri detenuti a Guantanamo e la legittimità delle Commissioni militari che compongono le giurie del carcere dei talebani.
In America è sempre aperto il dibattito sulla legittimità di Guantanamo. La settimana scorsa il segretario di Stato Usa, Condoleezza Rice, si è detta fortemente contraria alla risoluzione proposta dall'Islanda in cui vengono denunciati gli abusi dei diritti umani all'interno della base detentiva di Guantanamo e ne viene chiesta la chiusura. Per Rice non vi è nulla da eccepire su Guantanamo: «Mi oppongo con forza all'idea che a Guantanamo vi siano violazioni dei diritti umani, come viene suggerito nella risoluzione», ha dichiarato la Rice in occasione di una conferenza stampa congiunta con la sua omologa islandese Ingibjoerg Solrun Gisladottir. La risoluzione «condanna i trattamenti disumani dei prigionieri nel campo di detenzione americana e chiede che il penitenziario venga chiusa», si leggeva nel testo diffuso dal ministero degli Esteri islandese. «Guantanamo è un posto che lo stesso presidente ha detto di voler chiudere», ma il problema rimane cosa dovrà essere fatto per i «prigionieri pericolosi», ha aggiunto il capo della diplomazia americana.
Al momento sono reclusi a Guantanamo 270 persone sospettate dagli Stati Uniti di avere dei legami con il terrorismo.

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