L’introduzione del reato di immigrazione clandestina è un’aberrazione giuridica ed umana. Significa affermare che persone che non hanno altro torto che quello di cercare di costruirsi un futuro, scappando da situazioni spesso di estrema deprivazione, devono finire in galera per quest’unico motivo. Ed è tanto più grottesca nella situazione italiana in cui per poter entrare legalmente nel nostro paese teoricamente gli immigrati dovrebbero essere assunti - mentre si trovano ancora nel paese d’origine - da un’impresa o da una famiglia che non li ha mai visti né conosciuti. Essendo questo meccanismo manifestamente impraticabile come è noto la stragrande maggioranza di coloro che oggi risiedono regolarmente in Italia, sono entrati come clandestini e si sono poi regolarizzati con una delle periodiche sanatorie o con quelle sanatorie camuffate che sono i decreti flussi. Fosse stata in vigore il reato di clandestinità quasi tutti gli oltre 3 milioni di immigrati che oggi vivono e lavorano in Italia sarebbero dovuti finire in carcere! Invece di regolarizzare chi manda avanti le nostre famiglie con il proprio lavoro di cura, chi raccoglie la frutta e verdura che mangiamo, chi costruisce le case in cui viviamo, quasi sempre in condizioni di sfruttamento estremo, il governo Berlusconi vuole mettere tutti in carcere. Una scelta tanto crudele quanto totalmente irrealizzabile. L’unica notizia positiva sono le molte reazioni che ci sono state, dei sindacati, delle associazioni laiche e religiose, di esponenti politici. Va costruita una risposta subito di iniziativa e di mobilitazione alle politiche gravissime delle destre. Questo è per noi un impegno prioritario.
Roberta Fantozzi Rifondazione Comunista
21/05/08
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