|
Alexian Santino Spinelli
Ciò che sta avvenendo in Italia mi indigna e mi addolora, prima che come Rom e come cittadino italiano, come essere umano.
Aver visto i bambini rom e le donne scappare sotto il lancio delle molotov è stato un evento terrificante. A distanza di quasi un mese nessuno è stato indagato, nessun colpevole, nessuno pagherà per tentata strage! Se fossero
stati i Rom? C'è un silenzio assordante in questo momento in Italia. Un silenzio colpevole, delittuoso... Può portare a un genocidio culturale pericoloso che
noi Rom conosciamo sulla nostra pelle col nome di Porrajmos (divoramento).
Certo che il singolo che delinque va punito secondo le leggi vigenti ma non si può colpevolizzare un popolo intero, è razzismo! Com'è possibile che la situazione italiana sia chiarissima all'estero visto il monito del Parlamento Europeo e dell'Alto Commissario dell'ONU mentre in Italia nessuno si accorge
di nulla? Non una sola voce autorevole si è elevata per condannare la situazione disumana dei Rom! Un capro espiatorio utile e necessario costruito ad hoc grazie ad un'informazione inquinata! Stop alle mistificazioni! I rom scappati dalla pulizia etnica di Milosevich invece di ottenere lo status di rifugiati politici sono stati tenuti in un limbo senza alcun riconoscimento e oggi per essere scappati dalla guerra sono
clandestini e quindi saranno perseguiti. Assurdo e disumano. Il corteo dell'8 giugno non difende i criminali, ma esseri umani inermi, non si può fare di tutta l'erba il solito fascio. Ci sono fondi europei destinati all'integrazione delle comunità Rom, cittadini europei, non utilizzati dai nostri governi facendo credere che l'integrazione dei Rom in Italia sia gravosa per tutti gli italiani. L'opinione pubblica è ignara ed inerme esposta a continui bombardamenti mediatici che intossicano di pregiudizi.
Chi tace acconsente! La sicurezza e la legalità vanno garantite a tutti.
» Rom e Sinti compresi. Occorre ristabilire la legalità riguardo la palese violazione dei più elementari diritti umani nei confronti delle diverse
comunità romanès in Italia, costrette a vivere in condizioni discriminati in netto contrasto con la Costituzione, con la Dichiarazione dei Diritti dell'Uomo e con le normative europee ed internazionali.
Occorre smantellare i campi nomadi che sono pattumiere sociali degradanti e frustranti, centri di segregazione razziale permanente ed emblema della discriminazione stessa. I Rom e Sinti non sono nomadi per cultura. La mobilità è sempre stata coatta e mai una scelta. Chi vive oggi nei campi nomadi ieri aveva le case in Romania o nella ex-Jugoslavia. Il 70% della popolazione romanì in Italia ha cittadinanza italiana e vive nelle case (l'arrivo risale al XV secolo). Occorre sviluppare insediamenti urbanistici non ghettizzanti facilitando anche l'utilizzo dei servizi pubblici e favorire il più possibile il paritario accesso alla scolarizzazione, al lavoro e all'assistenza sanitaria. Occorre promuovere la conoscenza della storia e della cultura dei Rom e Sinti per combattere gli stereotipi negativi e favorire l'integrazione. Attualmente si dà il 99% di spazio mediatico alla cronaca e l' 1% di spazio agli eventi culturali che pur si organizzano sull'intero territorio nazionale (Festivals, concerti, mostre, esposizioni, convegni, rassegne cinematografiche, concorsi letterari, etc). Prendere atto del palese fallimento dell' assistenzialismo delle associazioni di volontariato che si sono arrogate il diritto di rappresentare il popolo Rom. Si sperperano centinaia di migliaia di euro per progetti di scarso o nessun valore per i Rom e Sinti. Occorre creare una Consulta Romanì in Italia con la partecipazione di intellettuali Rom e Sinti che abbiano una esperienza internazionale che possa favorire la mediazione nella risoluzione dei problemi sociali e politici. Dare più voce ai Rom e meno a chi li assiste.
|
