06.06.2008 14:44
Dai circoli Prc della Valle Susa: ribadiamo il nostro no ad ogni ipotesi Tav/Tac
intervento di Rifondazione Comunista Valle Susa
Circoli di Avigliana, Bussoleno-Vaie, S.Ambrogio
Dai circoli Prc della Valle Susa: ribadiamo il nostro no ad ogni ipotesi Tav/Tac
Il pendolo della politica istituzionale continua imperterrito le sue oscillazioni, ma il perno resta immobile, sempre uguale a se stesso. Nei luoghi del potere maggioranza e opposizione sono ormai come le due facce della stessa medaglia. Possono divergere i metodi, ma, siano essi il manganello o la carota avvelenata, il fine è identico: il dominio del capitale e del mercato; la morte del bene comune e della democrazia come controllo dal basso e partecipazione. La guerra all'uomo e alla natura in nome dei grandi profitti prosegue, avanzano le sue grandi, male opere, anche in Valle di Susa. Le dichiarazioni di belligeranza alla Valle si sprecano, da destra come da sinistra dello schieramento parlamentare. E' di oggi la notizia che Presidente del Consiglio Berlusconi, in un incontro con il Presidente francese Sarkozy, assicura che il collegamento superveloce Torino-Lyon si farà e subito, promettendo il ritorno dei manganelli in Valle di Susa. Osvaldo Napoli applaude, affermando che «sul Tav come sulla questione rifiuti ci sono in gioco la credibilità dello stato e le regole della democrazia».
A tali affermazioni ci vorrebbe una risposta forte e non equivoca. Ma non ci sembrano tali quelle che i giornali attribuiscono agli amministratori valsusini. Se il Presidente dell'Alta Valle si trincera dietro un No comment (ma ricorda anche che «le decisioni vanno prese a livello centrale»), il Presidente della Comunità Montana Bassa Valle rivendica la «politica dei piccoli passi», secondo la quale gli amministratori hanno dato prova di «saper prendersi le proprie responsabilità». Il riferimento è evidentemente all'Osservatorio Virano e alla Cabina di pilotaggio per le compensazioni; ma non va dimenticato che l'Osservatorio, fingendo il coinvolgimento e il consenso delle popolazioni, ha spianato la strada ai finanziamenti europei ed ora si prepara a cambiar pelle, divenendo il "tramite tra Roma e la Val di Susa".
Quanto alla Cabina di pilotaggio, ha permesso alla lobby del Tav di sbarcare in Valle, varcare i cancelli delle comunità montane e dei Comuni e, facendo leva su ori e allori, ingenuità e ambizioni, ottenere ascolto e buoni uffici da parte di alcune amministrazioni comunali: sindaci eletti in base a programmi che mettevano al primo punto l'opposizione all'Alta Velocità, sdoganati dalle destre al governo o appoggiati dal Partito Democratico che ha ormai gettato la maschera anche a livello locale, hanno messo in campo le più assurde richieste. Eppure il dissenso esiste e non solo tra la popolazione che, con esemplare coerenza e sacrificio personale, continua a resistere: ci sono anche i sindaci e gli amministratori che, con un documento, hanno esplicitamente ribadito fedeltà all'impegno di difendere le popolazioni contro ogni ipotesi di Tav/Tac: essi devono essere consapevoli dell'appoggio popolare e agire prima che sia troppo tardi, dando gambe al loro dissenso, a partire dalla Comunità Montana; contrastare decisioni prese dall'alto e imposte attraverso la Conferenza dei sindaci scavalcando i Consigli; ribaltare la sudditanza a politiche che, sul Tav come sulla salvaguardia delle risorse e sulla dignità della vita e del lavoro per tutti, tradiscono il popolo e il futuro.
I Circoli valsusini di Rifondazione Comunista, con i propri militanti ed eletti istituzionali saranno fino in fondo nella lotta contro il partito trasversale degli affari, a fianco delle popolazioni e degli amministratori non concertativi. Ribadiscono il No ad ogni ipotesi Tav/Tac (anche camuffata come potenziamento della linea storica), a tunnel Autostradali e ferroviari, a megaelettrodotti, in Valle di Susa e altrove. Si oppongono, come sempre, ai tavoli di concertazione, comunque vengano chiamati, e alla pratica indegna delle compensazioni perché la vita e il futuro non sono concertabili e non hanno prezzo. Rifiutano ogni proposta di referendum e ricordano che la volontà popolare sul Tav e sul relativo modello di sviluppo si è già chiaramente espressa nell'irriducibilità di una resistenza che dura da quasi vent'anni.
Denunciano come illegittimo il potere dato alla Conferenza dei Sindaci, la quale, sempre più frequentemente e in riunioni a porte chiuse, prende decisioni che spettano esclusivamente ai Consigli Comunali e di Comunità montana. Si dichiarano indisponibili, al presente e per il futuro, a qualsiasi tipo di accordo con tutte quelle forze politiche che, sul Tav come sugli altri temi di carattere economico, sociale, ambientale, hanno scelto la compatibilità con le lobbies anziché la salvaguardia delle popolazioni, dei territori, del bene comune; tra queste, oltre alle destre, è da annoverarsi anche il Pd.
Ritengono indispensabile e urgente, anche in vista delle prossime elezioni amministrative, la nascita di un fronte comune con gli amministratori i quali abbiano davvero a cuore le proprie comunità, con il movimento No Tav e con quanti vogliano concretamente impegnarsi nella costruzione di un futuro che, per questa Valle e per tutte le valli del mondo, non abbia come orizzonte il mercato, lo sfruttamento dell'uomo sull'uomo e sulla natura, il tallone di ferro del capitale.
6 Giugno 2008
